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Benvenuti sulla pagina web dedicata alla magica Riviera, una destinazione che vanta un clima mite, rigogliosi paesaggi verdi e incantevoli ville e giardini in stile liberty. Qui, vi condurremo in un affascinante viaggio attraverso 10 straordinarie località, lontano dal trambusto delle folle estive, dove potrete immergervi nelle tradizioni locali e lasciarvi ispirare dalle suggestioni letterarie che hanno reso celebre questa incantevole regione. Scoprirete luoghi fuori dal comune, dove la storia e la cultura si intrecciano con la natura, regalandovi esperienze indimenticabili. Siete pronti a lasciarvi incantare dalla magia della Riviera? Iniziamo questo viaggio unico insieme!

 

LERICI

Nel suggestivo Golfo della Spezia, tra tante piccole baie, spiccava indiscutibilmente la bellezza della nostra, Lerici. Fu qui che Mary e Percy Bysshe Shelley giunsero nel lontano 1822, trovando dimora nella storica Villa Magni. Questa giovane coppia libertaria, autrice di “Frankenstein” e compositore del “Prometeo liberato,” aveva scelto l’Italia come rifugio, vivendo una sorta di esilio.

La breve e intensa stagione trascorsa a Lerici si concluse in tragedia, con la tragica morte del poeta romantico in mare. Tuttavia, le affascinanti atmosfere di questo borgo marinaro si sono mantenute intatte nel corso del tempo. I pittoreschi carruggi che si arrampicano fino al Castello di San Giorgio, dove è custodita la gotica Cappella di Santa Anastasia, e la piacevole passeggiata sul lungomare fino al maestoso Maniero di San Terenzo testimoniano la ricca storia di Lerici.

Attraverso il golfo, si può raggiungere l’Isola della Palmaria partendo da Portovenere, luogo al quale George Byron ha dedicato la grotta tra il Castello Doria e la Chiesa di San Pietro. Nonostante possa essere che Byron non abbia mai percorso quel tratto di mare, è comunque celebrato come leggendario nuotatore, e in suo onore, a luglio, si svolge la gara di fondo che riempie il Golfo dei Poeti, nome coniato da Sem Benelli durante il suo soggiorno alla Torretta di Villa Marigola, luogo dove si dice abbia composto “La cena delle beffe.”

Lerici è inserita nel meraviglioso Parco Naturale di Montemarcello-Magra-Vara, e le splendide giornate invernali sono perfette per esplorare i sentieri circostanti e visitare anche la suggestiva Sarzana e l’area archeologica limitrofa.

su Lericicoast.it,potrete immergervi nell’incanto di Lerici e delle sue meraviglie, scoprendo le storie e i segreti che hanno ispirato artisti e poeti attraverso i secoli. Siate pronti a lasciarvi avvolgere dalla bellezza e dalla poesia della Riviera e del Golfo dei Poeti. Buona esplorazione!

Da non Perdere

Il presepe subacqueo , nella frazione di Tellaro alle ore 23 del 24 dicembre , un gruppo di sub emerge dalle acque la statuina di Gesù bambino che viene portata in processione alla chiesa di Stella Maris per la messa di mezzanotte , accompagnata dai fantastici lumini lungo le vie del borgo.

SANREMO

Sanremo, la città dei fiori, è stata testimone della nascita di uno dei più grandi scrittori, Italo Calvino, di cui quest’anno celebreremo il centenario. Tuttavia, il rapporto di Calvino con la città del teatro Ariston e della famosa sfilata dei carri di marzo è stato sempre complesso. Non amava il litorale turistico, né il Casino, luogo in cui è nato il celebre Festival della canzone italiana, né tanto meno la passeggiata dell’Imperatrice, dedicata a Maria Aleksandrovna, zarina che ha dato fama internazionale a Sanremo. La città dei fiori, infatti, offre anche richiami alla Russia, come la chiesa russa con le sue caratteristiche cupole a bulbo, e richiami esotici, come le “indiane” presenti al Palais d’Agra.

Italo Calvino trascorse la sua infanzia a villa Meridiana, situata a metà strada tra il vivace centro cittadino – dal porto al quartiere popolare della Pigna, reso celebre nel romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno” – e il mondo agricolo alle spalle, sulla strada di San Giovanni, dove si trovavano gli orti del padre Mario, botanico come la madre Eva Mameli.

L’itinerario calviniano, composto da 37 tappe, rivive la sua vita, sia biografica che letteraria, coprendo ogni angolo di Sanremo, incluso le affascinanti ville Angerer, delle Magnolie e Ormond. Durante il percorso, non dimenticate di fare una sosta per assaporare la sardenaira, una soffice e gustosa “pizza” con pomodoro, aglio, capperi, sardine e olive taggiasche, tipica del luogo.

Imperdibili anche le località nei dintorni di Sanremo, come Bordighera, i magnifici giardini di villa Hanbury a capo Mortola e i Balzi Rossi.

Sul sito sanremoliveandlove.it troverete tutte le informazioni e gli itinerari per vivere appieno il fascino di Sanremo e dell’intera Riviera.

DA NON PERDERE

Se visitate la Riviera a fine gennaio, sarete accolti dallo splendore dei ginestri e delle mimose nell’entroterra, particolarmente tra Vallebona e Perinaldo. Non perdetevi la bellezza di Apricale, dove potrete ammirare i falò natalizi e gustare le deliziose pansarole con lo zabaione, e Dolceacqua, dove la domenica più vicina al 20 gennaio si festeggia San Sebastiano con una suggestiva processione, aprendo con un albero addobbato con ostie colorate, simbolo di abbondanza e varietà dei raccolti, di cui gli abitanti conservano i rami per un intero anno.”

SESTRI LEVANTE

Per Sestri Levante, gli elogi non mancano: Baia del Silenzio, Baia delle Favole, Città dei due mari. Il primo epiteto fu coniato dal poeta-pescatore-contadino-operaio Giovanni Descalzo, nato, vissuto e morto proprio a Sestri. Il secondo fu fissato nella storia (e nei dépliant turistici) da Enzo Tortora nel 1960. È come un gioco facile. Hans Christian Andersen visitò Sestri nel 1833, probabilmente trovando ispirazione per La Sirenetta nella leggenda sulla nascita di Segesta Tigulliorum: l’isolotto sarebbe la pietrificazione della sirena Segesta, mentre l’istmo sarebbe quella del tritone Tigullio che osò toccarle la coda, scatenando l’ira di Poseidone.

Nella “città dei due mari,” situata su quel lembo di terra che si protende verso l’orizzonte, si possono ammirare la chiesa di San Nicolò dell’Isola, i suggestivi ruderi dell’oratorio di Santa Caterina d’Alessandria, la villa Domus – raro esempio di architettura razionalista – e la torre dove Guglielmo Marconi condusse i suoi esperimenti di navigazione.

Sestri Levante offre una vivace atmosfera tutto l’anno, tra passeggiate sulla spiaggia e aperitivi in via XXV Aprile. A soli venti chilometri di distanza, si raggiunge l’Alta Val di Vara, un’area votata al biologico, dove è possibile fare acquisti o gustare deliziosi pasti in agriturismo.

La città vanta anche interessanti collezioni da visitare, come palazzo Fascie Rossi e la Galleria Rizzi, e offre l’opportunità di soggiornare in alberghi situati in affascinanti ville nobiliari, come Balbi e Durazzo.

E non possiamo dimenticare uno dei tesori culinari di Sestri Levante: il famoso bagnùn di acciughe al sugo, da gustare con le gallette del marinaio. L’associazione organizzatrice della sagra di luglio, durante l’inverno, propone anche un evento speciale: il cimento, ossia il bagno in mare nel mese di dicembre.

Benvenuti a Sestri Levante, dove storia, leggende, bellezze naturali e sapori autentici si fondono per regalarvi esperienze indimenticabili. Scoprite di più su sestri-levante.net.

DA NON PERDERE

Esplorate il leggendario Riva Trigoso, noto come il paese “dei cento padroni e delle cento barche”, con i suoi antichi leudi a vela latina dedicati al trasporto. Visitate uno dei cantieri navali più antichi d’Italia e ammirate il suggestivo presepe subacqueo dei delfini.

Ma soprattutto, assaporate il bagnùn di acciughe al sugo, una specialità tipica di Riva Trigoso, da gustare insieme alle gallette del marinaio. E se visitate Sestri in inverno, non perdetevi l’entusiasmante evento del cimento, il bagno in mare dicembrino che vi farà sentire parte di una tradizione unica e coinvolgente.

CERVO

Su uno sperone roccioso con vista sul mare, si trova Cervo, una cascata di case dai colori pastello che sembra uscita da una cartolina. La sua origine risale all’epoca romana, quando sorse come una vedetta lungo la via lulia Augusta. Ma il vero gioiello di Cervo è la maestosa chiesa di taglia extra dedicata a San Giovanni Battista, un magnifico esempio del Barocco ponentino, che domina il paese dall’alto.

Costruire questa splendida chiesa non fu affatto facile per gli abitanti di Cervo, che dovettero affrontare grandi fatiche. Durante gli inverni, scaricavano i materiali da costruzione sulla spiaggia e poi li trasportavano a braccia fino in cima al pendio roccioso.

Per finanziare questa impresa, si dedicarono a un’attività pericolosa ma lucrosa: la pesca al corallo. Questa tradizione ha reso Cervo famosa e attrae numerosi turisti durante l’estate, soprattutto quando il Festival internazionale di musica da camera si tiene sul sagrato della “chiesa dei corallini”.

Tuttavia, in inverno Cervo si trasforma in un luogo tranquillo e silenzioso, perfetto per una visita al castello Clavesana e al parco del Ciapà. Per una dose di vita cittadina, è possibile recarsi a soli 10 km di distanza ad Imperia, dove merita una visita Villa Grock, situata sulle colline di Oneglia, l’incarnazione delle visioni del geniale pagliaccio svizzero Adrien Wettach, giunto a Imperia nel 1927 per amore della cantante Ines Ospiri.

Non perdete l’affascinante evento de “L’arrivo dei Magi” a Laigueglia il 6 gennaio, quando i Re Magi a cavallo scendono da capo Mele per arrivare al molo centrale. È uno spettacolo indimenticabile da non perdere!

Scoprite la bellezza e la storia di Cervo su comune.cervo.im.it.

DA NON PERDERE

Assistete all’incantevole “L’arrivo dei Magi” a Laigueglia il 6 gennaio, quando i Re Magi a cavallo scendono da capo Mele e raggiungono il molo centrale. Un evento da vivere e ammirare sulla splendida costa ligure. Quilaigueglia.it.

FINALE LIGURE

Nell’antica epoca, circa 28.000 anni fa, un giovane di eccezionale altezza, 1,70 metri, dominava come “principe delle Arene Candide” e guidava un gruppo di cacciatori. Alla sua morte, fu sepolto con un sontuoso corredo funerario, composto di conchiglie, avorio di mammut e quattro rari “bastoni di comando.” Oggi, tutto ciò è conservato con cura al Museo archeologico di Genova Pegli, ma un tempo, la sua tomba si trovava nella caverna sul promontorio della Caprazoppa, un sito preistorico di inestimabile importanza.

La storia della presenza umana nella regione di Finale Ligure inizia ben 350.000 anni fa ed è accuratamente ricostruita nei chiostri di Santa Caterina a Finalborgo. Il centro fortificato, un tempo feudo dei Del Carretto, presenta una miriade di affascinanti architetture medievali e rinascimentali, con il teatro Aycardi che risale al primo Ottocento. Una vera e propria gemma storica in Liguria, questo luogo fu anche sotto il dominio della Spagna nel XVII secolo, quando divenne il fulcro di un corridoio diretto a Milano.

Da Varigotti, un pittoresco borgo con casette quadrate di variopinti colori sulla spiaggia, inizia il sentiero del Pellegrino che, scalando il capo, conduce a Noli. Questa ex repubblica marinara mantiene viva la tradizione della pesca, con i cicciarelli fritti o in carpione come specialità culinaria. Capo Noli, insieme all’altopiano delle Manie e la val Ponci, costituiscono una vasta area carsica a picco sul mare. Anche la zona di Borgio Verezzi è caratterizzata da un paesaggio carsico, dove la grotta di Valdemino è accessibile tutto l’anno e dove sono stati rinvenuti resti di rinoceronti, elefanti, tigri, coccodrilli, orsi, mammut e stambecchi.

DA NON PERDERE

Un’esperienza gustosa e autentica attende i visitatori di Finalmarina, dove il pomeriggio di mercoledì e sabato arrivano i prodotti dell’azienda agricola Parodi, che coltiva con dedizione il chinotto di Savona, un presidio Slow Food. Questo frutto, utilizzato per liquori e marmellate, trova la sua massima espressione proprio tra Finale e Pietra Ligure. Ancora oggi, da Besio a Savona, il chinotto viene gustato come maraschino o candito, preservando una tradizione enogastronomica unica e preziosa.

Scoprite tutto il fascino e la storia di Finale Ligure su visitfinaleligure.it.

fondazione slowfood.com/it/presidi-slow-food/chinotto-di-savona

VARAZZE

Varazze, il cui nome deriva dal termine “varo,” ha da sempre avuto una vocazione cantieristica navale. Il legno, materia prima essenziale per la costruzione delle imbarcazioni, era abbondante nei boschi alle spalle dell’ampia spiaggia. Già durante l’epoca romana, il legno di Varazze veniva utilizzato a tal fine. Tuttavia, la fama internazionale di questo borgo iniziò a crescere nel XIX secolo, quando il Ponente ligure produceva la metà di tutte le imbarcazioni italiane, e Varazze stessa superava Savona nel varo di grandi velieri. Fu qui che iniziò la storia della celebre azienda Baglietto e dei suoi eleganti yacht, oggi basati a La Spezia.

Col tempo, l’industria navale si spostò altrove, e Varazze si dedicò al turismo, una scelta che si dimostrò proficua. Tuttavia, questa nuova vocazione ha un po’ distratto la città dal preservare la sua memoria storica, che sembra soffermarsi soprattutto nel centro storico attraversato dal torrente Teiro, con le cinque porte della cinta muraria, la piazza Bovani e il palazzo Beato Jacopo da Varazze.

Ma non mancano curiosità architettoniche nell’area urbana moderna, tra cui il castello Cappelli di punta Aspera sopra la marina, risalente al primo ‘900, i villini di via Roma e la “villa araba” intestata a Barry Dierks, l’architetto americano che negli anni ’20 “costruì” la Costa Azzurra, progettando oltre 70 residenze sulla scogliera, tra cui quella di Varazze.

Per una vista spettacolare, un’opzione è salire al santuario di Nostra Signora della Guardia.

DA NON PERDERE

Lungo la ciclopedonale Varazze-Cogoleto-Arenzano, è possibile ammirare sui versanti delle rocce i segni degli antichi livelli raggiunti dal mare e i segni dei movimenti tettonici. E se si è presenti all’ora giusta, all’arrivo si può gustare l’aperitivo con il Mezza Carolina, un cocktail inventato dal barman Ilio Ricchetti alla fine degli anni ’60: si compone di mezzo bicchiere di vodka, mezza parte di Schweppes all’arancia, un po’ di Bitter Campari e mezza fetta d’arancia.

LAVAGNA

Pronunci Lavagna e pensi subito all’ardesia, poiché questa città, nota anche come la Città della Torta dei Fieschi, è strettamente legata alla millenaria estrazione e lavorazione delle lastre di ardesia nella Val Fontanabuona. È una storia eroica che vale la pena scoprire, sia seguendo la ciclopedonale lungo il fiume Entella, sia percorrendo la lastricata Via dell’Ardesia, un tempo percorsa dalle donne scalze che portavano le “ciappe” sul capo mentre scendevano fino alla spiaggia per caricare le lastre sulle barche.

Sebbene sia stata un po’ oscurata dalla vicina Chiavari, Lavagna ha i suoi gioielli. Tra tutti spicca piazza Marconi, con la basilica di Santo Stefano e il porticato Brignardello, che si apre solo per eventi speciali come il tradizionale “Sono tutti cavoli nostri” a novembre. Questo evento vede protagoniste varietà esclusive di cavoli della zona, come il cavolo gaggetta e il broccolo lavagnino (al ristorante Raieü di Cavi Borgo, lo accompagnano con il pescato del giorno).

L’amara radice di Chiavari, anch’essa coltivata negli orti lungo il fiume, è un ingrediente irrinunciabile sulle tavole natalizie per sgrassare la portata principale. Un bel souvenir da portare via sono gli stampi di legno per preparare i corzetti, quei dischi di pasta fresca decorati che vengono intagliati con abilità da Franco Casoni, l’ultimo intagliatore di polene di Chiavari.

Lavagna è una destinazione turistica da non sottovalutare, con il suo fascino e le sue peculiarità legate all’ardesia e ai suoi piatti tipici.

DA NON PERDERE

A Chiavari, la domenica prima di Natale, c’è il tradizionale Confeugo, una festa che ricorda l’antica Repubblica di Genova, con fuochi propiziatori e celebrazioni coinvolgenti.

SANTA MARGHERITA 

Per i milanesi, considerata una sorta di prolungamento del capoluogo lombardo, Santa Margherita Ligure è affettuosamente conosciuta semplicemente come “Santa”. Per loro, sono familiari le boutique e i caffè che si trovano nei suggestivi carruggi, gli aperitivi imperdibili, e il pesce fresco che giunge puntualmente alla banchina di Sant’Erasmo.

A Santa Margherita Ligure, è possibile concedersi una breve apparizione e poi scomparire a piacimento, passeggiando lungo il facile sentiero che conduce alla bella spiaggia di Paraggi. Il borgo vanta storici alberghi come il Miramare e l’Imperiale Palace, lussuosi ma con un tocco personale, lontani dalle catene alberghiere. Il parco della nobiliare villa Durazzo-Centurione è aperto a tutti, così come il parco del Flauto Magico con i giochi disegnati da Emanuele Luzzati. Da non perdere il giardino all’italiana a picco sul mare dell’ex abbazia della Cervara e la foresta di alberi nel porto, dove abbondano le affascinanti motoscafi Riva. Le piazze delle chiese sono un tripudio di risseu (mosaici di ciottoli) e i colori delle facciate dei palazzi, dove il trompe-l’œil si eleva a forma d’arte totale.

Santa Margherita Ligure è indubbiamente una delle regine del turismo internazionale. Ricordiamo una celebre pubblicità in bianco e nero del 1993, con una giovane Charlize Theron, che richiamava le atmosfere degli anni ’60 del film “Torna a settembre”, con Rock Hudson e Gina Lollobrigida. Nonostante ciò, Santa Margherita non è mai esclusiva come le mondanissime Portofino e Rapallo, ma rimane sempre accogliente e inclusiva. È un approdo aperto a tutti, come ben sanno i camminatori che partono da Camogli per attraversare il promontorio e, infine, godersi un meritato riposo sulla spiaggia d’inverno, libera dalle schiere di ombrelloni.

DA NON PERDERE

L’abbazia di San Fruttuoso, un monastero benedettino, è raggiungibile solo a piedi percorrendo i sentieri del Parco di Portofino o via mare con i battelli che partono da Camogli tutto l’anno. Gestito dal FAI (Fondo Ambiente Italiano), l’abbazia è aperta al pubblico, se possibile, durante la messa di Natale (su prenotazione). Per un soggiorno esclusivo, esiste la possibilità di alloggiare in una casa di pescatori di proprietà del Landmark Trust Handbook.

Santa Margherita Ligure è una meta unica che incanta sia i visitatori di passaggio che coloro che desiderano trascorrere momenti di relax e piacere nella sua splendida cornice costiera.

ALASSIO

Fu il dottor Antonio di Giovanni Ruffini a rendere famosa Bordighera con il suo romanzo, ambientato nella città, scritto in inglese nel 1855, che portò oltremanica l’immagine dell’aria tiepida della costa ligure, ideale per coltivare la passione botanica. Questo romanzo contribuì a creare il mito della Riviera, una destinazione amata soprattutto dai britannici. Anche Alassio, grazie al loro interesse, ha goduto di una fortuna simile.

Vicino a Villa della Pergola, costruita in un parco terrazzato da due scozzesi e acquistata nel 1922 da Daniel Hanbury, figlio di Thomas della Mortola, gravitava una folta colonia di anglo-alassini che si dedicavano a passeggiate, gite in barca e partite di tennis. Daniel fondò il Tennis Club Hanbury nel 1923, ma già il Lawn di Bordighera e il Team di Sanremo esistevano e sono tuttora attivi. Gli inglesi, per le loro esigenze, costruirono anche una chiesa anglicana e una biblioteca, alloggiata nella Richard West Memorial Gallery.

Negli anni ’50, arrivarono il caffè Roma, il famoso Muretto (che conta mille piastrelle autografate, partendo da quella di Hemingway) e il concorso di bellezza. Nel frattempo, Carlo Levi dipingeva carrubi e ritraeva l’amico Calvino, che spesso lo visitava nel suo rifugio in collina. Una ventina di sue tele sono oggi conservate a palazzo Morteo, nel Budello, il lungo carruggio di Alassio, dove si trovano negozi alla moda e pasticcerie famose per i baci di Alassio. La scultura in bronzo di una coppia celebra la città degli innamorati sul Muretto, anche se ormai non sfilano più le modelle.

La leggenda vuole che Alassio sia stata fondata da Aleramo e Adelasia, ed è celebrata dalla scultura sulla piazzetta.

DA NON PERDERE

A pochi passi, nella vicina Albenga, la “città delle cento torri” e patria del vino Pigato DOC, le maschere del Carnevale rendono omaggio a quattro prodotti gastronomici tipici: il Re carciofo (spinoso), la Principessa zucchina trombetta, il Baronetto asparago violetto e Sir cuore di bue. Dalla fertile piana giungono anche i fiori eduli, i cui sapori hanno conquistato gli chef del Ponente. Puoi trovare questi prelibati ingredienti coltivati da Ravera Bio (fioridamangiare.com) e gustarli all’Osteria del tempo stretto.

LEVANTO

I vini Colli di Levanto DOC e l’olio extra vergine di oliva DOP sono i migliori ambasciatori della ricca storia agricola di questo incantevole borgo, che si trova adagiato in una vallata a forma di anfiteatro, affacciata sul mare. Il vino e l’olio, accompagnati dal pregiato “marmo” Rosso Levanto, hanno contribuito a dare slancio allo sviluppo di Levanto. La vita economica ruotava intorno al porto-canale, un sicuro approdo situato alla foce del rio Cantarana, che i genovesi attrezzarono per diventare un importante nodo commerciale. La duecentesca Loggia e l’adiacente complesso di magazzini e abitazioni mercantili, con le loro arcate, portali e tratti di mura nei carruggi del centro medievale, sono oggi memoria di quel porto interrato secoli fa, frequentato dai mercanti e dai pellegrini. Tutto ciò si concentra attorno alla chiesa di Sant’Andrea.

Quando il vento solleva le onde giuste, Levanto diventa un luogo prediletto dai surfisti, che qui trovano uno dei rari spot italiani per le grandi onde. La ciclopedonale è adatta a tutti e in pochi chilometri conduce fino a Framura, passando per Bonassola. A est, la punta Mesco, meta di passeggiate giovanili di Montale, che trascorreva le estati nella “pagoda giallognola” di Monterosso, fa parte del Parco Nazionale delle Cinque Terre, una zona dove si può camminare e godere della natura in qualsiasi stagione.

visitlevanto.it

DA NON PERDERE

Il presepe di Manarola
Ogni anno, dall’8 dicembre, la collina di fronte al borgo di Manarola offre uno spettacolo unico con il presepe luminoso. Un’esperienza da non perdere durante il periodo natalizio.

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